Mostre e Musei aprile 2017

Quando si scrive poco, è perché si sta vivendo tanto? Chissà… comunque, voglio appuntarmi qualche riga sulle mostre e i musei che ho visitato ad aprile di quest’anno, perché mi hanno interessato abbastanza e non voglio dimenticarli.

Credits: Letizia Battaglia, 1980, “Il Corpo di Piersanti Mattarella”, Palermo

Comincio dalla prima mostra in ordine cronologico: quella su Letizia Battagli al Maxxi di Roma, che ho visitato il 15 aprile, giusto qualche giorno prima della sua chiusura. Non conoscevo questa fotografa dal tocco “granitico”, ma di sicuro avevo visto delle sue foto in qualche rivista, o in tv. A tratti mi ricorda un altro grande della fotografia, Robert Capa, per la sua capacità di imprimere ai suoi scatti una certa monumentalità. Letizia Battaglia è famosa soprattutto per i suoi reportage fotografici sulla guerra di mafia avvenuta a Palermo, tra la seconda metà metà degli anni ’80 e prima metà degli anni ’90, ma la sua attività fotografica è molto più complessa e stratificata. Veramente un’eccellenza nella sua arte.

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Credits: ɱΔ8Ξ, 2017_04_24, “Veduta dalla Fondation Louis Vuitton”, Parigi

Il 24 aprile ho visitato la Fondation Louis Vitton di Parigi, struttura imponente dedicata all’arte contemporanea, che sorge nel cuore di una parco meraviglioso: il Bois de Boulogne e, nel particolare, adiacente ad una parte bellissima di questo parco, cioè il Jardin d’Acclimatation che consiglio di visitare per il senso di rilassatezza che infonde (e lo scrive uno che odia gli zoo, perché mi mettono tristezza). La struttura in questione ha il tipico design architettonico moderno: spigolosa, imponente e fatta di materiali essenziali, come il vetro e il metallo. Dall’esterno la sensazione è di pulizia formale, tipica delle costruzioni moderne, ma non di freddezza. Infatti, i pannelli colorati e la fontana che si trova alla base, contribuiscono a dare calore umano. Ma è dall’interno che si apprezza pienamente la sua bellezza: le linee strutturali e la disposizione degli spazi ti fanno godere oltre che la luce nello spazio interno, anche del panorama esterno. È come se incorniciasse perfettamente tutta la città di cui offre, tra l’altro, una vista incredibile. Purtroppo non c’era nessuna mostra in corso, perché stavano allestendo la nuova mostra sull’arte africana che partiva il giorno dopo, ma ne è valsa comunque la pena.

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Credits: Artemisia Gentileschi, 1617-18, “Autoritratto come suonatrice di liuto” (olio su tela), Roma

Il 29 aprile ho visitato la mostra su Artemisia al Palazzo Braschi. Per chi non conoscesse Artemisia Gentileschi, è d’obbligo specificare che ci troviamo di fronte ad una pittrice che, più che fare opere d’arte, ha fatto della propria vita un’opera d’arte: una donna dalla storia straordinaria, soprattutto se si pensa all’epoca in cui è vissuta. Persona energica e dalla tenacia di ferro, visse al centro della scena culturale del suo tempo e non fu cosa da poco, visto che ci stiamo riferendo alla prima metà del ‘600. In tutta onestà: io, a parte Caravaggio che considero uno dei più grandi di tutti i tempi, non adoro il barocco e Artemisia si è rifatta esattamente ad esso. Pertanto la sua pittura non mi ha colpito, anche se devo ammettere che aveva una capacità espressiva notevole e, a differenza di molti suoi contemporanei, aveva una padronanza tecnica che le permetteva di esprimersi con gli stili più disparati. Mi ha interessato molto di più la sua vita. Nota positiva: l’ho visitata con la guida della mia cara amica Mariassunta e, come per Escher, confermo che è bravissima. Nota negativa: cari amici di Zètema, è mai possibile che, nella mostra dedicata ad Artemisia, inserite nella selezione dei libri le Gesta erotiche di Agostino Tassi? Con tutto il rispetto per Buttafuoco e i suoi avvincenti romanzi, ma è veramente una scelta di cattivo gusto: si dà il caso che, storicamente, un processo abbia stabilito che il Sig. Tassi commise uno stupro, tra le sue tante gesta erotiche e, forse, questo potrebbe essere un libro da inserire in una mostra dedicata al Tassi… Se mai se ne sentirà il bisogno. Non ho idea di chi curi la selezione dei libri da inserire nel book-shop dedicato, ma a lui/lei pongo solo una domanda: perché?

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Credits: ɱΔ8Ξ, 2017_04_30, “Veduta della Necropoli di Cerveteri”, Cerveteri (RO)

Il 30 aprile ho visitato la Necropoli di Cerveteri e posso tranquillamente scrivere che è eccezionale! Mi è capitato varie volte di visitare siti archeologici, anche se non posso definirmi un appassionato. Infatti, un po’ per noia e un po’ per mancanza di tempo, non mi sono mai attrezzato con un mio bagaglio conoscitivo sull’archeologia, sebbene sia fortemente convinto della profondità del suo studio: il fascino dell’archeologia, per me, sta nella suo carattere “olistico”, perché chi è  un/a bravo/a archeologo/a ha una conoscenza che spazia veramente in ogni campo del sapere umano. Ma, nonostante non sia un appassionato, la visita alla Necropoli della “Banditaccia” mi ha veramente entusiasmato, già a partire dalla sua posizione geografica: in pratica è posta su un’altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri, in un promontorio da cui si gode di una vista che spazia dal mare alle colline inalberate. MERAVIGLIOSA. Poi, ti muovi attraverso questi mausolei che hanno come copertura delle cupole naturali, fatte da cumuli di terra su cui cresce di tutto e all’interno degli ambienti stretti, ma tenuti bene. Inoltre, nelle sepolture più importanti, organizzano anche delle proiezioni dove ricreano gli ambienti così com’erano nel periodo etrusco: il tutto commentato da Piero Angela, che ho saputo dalla guida abbia vinto il bando messo in gara dalla Regione Lazio, con la sua azienda. Belle anche le proiezioni, non c’è che dire. Mi dispiace solo dover riportare la solita nota negativa: il servizio pubblico di gestione del museo e credimi che, per me che credo nell’assoluta centralità dello Stato, non è facile scriverlo. Ma tant’è. Cari amici della Etruria Musei, che dipendete dalla Soprintendenza Archeologica bla-bla-bla, ma è mai possibile che nel 2017 date la possibilità di pagare a mezzo carta di credito solo per la biblioteca e non per la biglietteria? Ma vi rendete conto che per arrivare alla Necropoli c’è tanta, ma proprio tanta strada da fare e uno non si può sentire dire: “scendi al paese e ritiri i contanti”?!?! Infine, ciliegina sulla torta, consci della nostra ignoranza prendiamo un’audio-guida: ci danno un cellulare (c-e-l-l-u-l-a-r-e) dove c’è una mappa che non corrisponde alla mappa cartacea presa all’ingresso… Inoltre, il cellulare si scarica perché non è proprio di ultima generazione… Anche per voi la stessa, solita, ritrita domanda: perché?

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