Sharing economy e Redistribuzione

Per la rassegna #FeudalesimoDigitale, propongo una riflessione su un tema poco discusso: il rapporto tra sharing economy e redistribuzione del reddito. Naturalmente, accompagnata da una serie di risorse e informazioni utili.

Parto da un concetto semplice-semplice: la sharing economy, fondamentalmente, è uno scambio economico in cui si paga di meno per beni, o servizi, perché chi li offre ha meno costi. Il tutto mediato dalla rete internet. In termini economici, è una semplice operazione di abbattimento dei prezzi, via abbattimento dei costi. Sempre la solita storia: causa ricorrente crisi finanziaria, una marea di disperati/e arrotonda, dalla mattina presto alla sera tardi, in attesa di clienti disposti ad arrotondare a un centesimo in meno. E a godersi i prezzi paradisiaci così generati, pochi nerd tecnocrati protetti dal loro potere, o dalle loro competenze specialissime. È più prosa che poesia, insomma…
Quindi, mi risulta davvero difficile capire dove stiano la “condivisioneeeh” e, soprattutto, “l’innovazioneeeh”. Chi presta un bene dietro compenso, lo affitta e chi lo utilizza per vendere un servizio, lo sfrutta. In entrambi i casi, non spartisce nulla: la condivisione è tutt’altro. E poi, l’innovazione: al di là del lato tecnologico (considero le app un regresso della “cultura digitale”, perché puoi fare una piccola frazione di ciò che puoi fare con un pc), dov’è l’innovazione nel praticare prezzi più bassi, perché si pagano meno tasse? Dov’è l’innovazione nel praticare prezzi più bassi, perché paghi di meno le persone che “fisicamente” consegnano la merce?

Sharing Economy e Redistribuzione: guide, risorse e info utili.

Chiarisco un punto: la sharing economy è la tipica situazione economica, in cui il mercato rompe delle regole troppo vessatorie. Ci può stare. Però, bisogna sempre tener presente la ratio fondamentale di ogni regola: quella di estendere garanzie e standard di qualità non negoziabili a tutti e non solo a chi se li può permettere. Standard che sono la linea di confine tra i paesi sviluppati e quelli del terzo, o quarto mondo, dove puoi soggiornare nei resort a cinque stelle per due spicci, mentre la popolazione dorme negli slum. Quindi è giusto rinnovare gli standard, ma non per imporne di peggiori. Ci illudiamo di aver rovesciato la piramide ma, senza rendercene conto, sta succedendo l’esatto contrario: il potere confluisce verso un operatore unico che detiene le chiavi telematiche per accedere al mercato, detta unilateralmente le condizioni retributive (tutt’altro che generose), delega ai micro-imprenditori la responsabilità dei mezzi di produzione e, una volta al vertice, fissa i prezzi senza l’assillo dei competitori. Di seguito, una lista di informazioni utili per capirci qualcosa in questo guazzabuglio:

Focus e-commerce

Focus car-sharing

Focus turismo e home-sharing

12 commenti
    • M∆B
      M∆B dice:

      Altro articolo che ci racconta dell’incredibile capacità redistributiva dei servizi di streaming: per la prima volta, in USA, non saranno disponibili i film da oscar per le biblioteche pubbliche.

      Rispondi

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