AGID: una storia infinita

Per la rassegna #LaCosaPubblica, propongo un’analisi sull’AGID: la mitologica “AGenzia Italiana per Il Digitale”. L’ente che sarebbe dovuto essere il regista della digitalizzazione dell’Italia. Quindi, l’agenzia si occupa non del digitale, ma de “Il Digitale” e vediamo un po’ insieme come sta messo, Il Digitale, in Italia.

Nata nel giugno del 2012, l’agenzia parte subito con il piede giusto: dovrebbe nominare il direttore entro il 27 luglio, ma si arriva fino a fine ottobre. Per il personale, poi, stendiamo un velo pietoso: ad oggi, ancora non si capisce bene se tutto il personale necessario sia stato assunto, o meno. Il primo direttore fu Agostino Ragosa, che ben incarna il profilo del tipico manager di Stato: accumulatore seriale di incarichi e poco avvezzo alla collaborazione, dall’alto della sua posizione. Eppure, nell’Agid ne sarebbe servito tanto di spirito di collaborazione, perché è un vero e proprio elefante burocratico. Infatti, l’Agid racchiude in sé tre enti non da poco: DigitPa, l’Agenzia per l’innovazione e il Dipartimento per la Digitalizzazione/Innovazione della Presidenza del Consiglio. Enti che furono soppressi e le cui spoglie furono divise tra Agid, Consip/Sogei e un pezzo di Iscom. E non da poco sono le sue mansioni: digitalizzazione TOTALE della PA, banda larga e servizi digitali alle start-up. Di fatto, quindi, l’Agid sarebbe dovuta essere la spina dorsale dell’innovazione italiana. Inutile scrivere che così non è stato, perché per più di due anni è stata praticamente immobilizzata tra maglie burocratiche e personalismi di chi l’ha gestita.

Info utili e storia dell’Agid

Inutile scrivere che l’esborso, per i contribuenti, è stato di centinaia di migliaia di euro. Con un’agenda digitale vista solo nei proclami, ma a passo di lumaca nei fatti. Comunque non mi dilungo sui dettagli ma, se vuoi farti un’idea, ti prego solo di leggere le risorse che riporto qui di seguito:

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